19 OTTOBRE > 19 DICEMBRE 2020
Murate Art District
Piazza delle Murate – Firenze
ATLETICA DEL CUORE
PERCORSI GRATUITI DI FORMAZIONE SULLA RELAZIONE TRA ARTE DELLA SCENA E PEDAGOGIA
PER EDUCATORI, DOCENTI, FORMATORI, STUDENTI, OPERATORI E ARTISTI
DISTANZA
“L’attore è simile a un vero e proprio atleta fisico,
ma con questo sorprendente correttivo:
all’organismo atletico corrisponde in lui un organismo affettivo,
parallelo all’altro,
quasi il suo doppio benché non operante sullo stesso piano.
L’attore è un atleta del cuore”
Antonin Artaud
Atletica del cuore è un percorso di formazione rivolto a studenti, educatori, e artisti che desiderano approfondire la relazione tra arte e pedagogia.
L’alleanza tra queste due discipline è storia: l’arte necessita della pedagogia per essere trasmessa e la pedagogia necessità dell’arte per rendere praticabili e concreti concetti che riguardano l’essere umano e che sono astratti, complessi e alle volte inaccessibili.
Nella formazione di un individuo l’incontro con l’arte della scena permette di fortificare la propria personalità e di metterla a disposizione e in relazione con l’altro. La riscoperta della ritualità condivisa, che trasporta nell’atto magico della creazione, apre le porte a una profonda empatia e a un profondo rispetto reciproco. Al di là delle differenze, barriere, pregiudizi, la creazione collettiva riporta tutti gli individui presenti al gradozero di sé.
Atletica del cuore prevede percorsi di formazione composti da pratica e teoria: la prima è necessaria per allenarsi, per sentire sul proprio corpo la valenza di ciò che si fa; la dimensione teorica è necessaria per rendere l’esperienza nuovamente accessibile e praticabile al fine di rigenerarla e accrescerla.
L’arte è uno strumento necessario per l’apprendimento, la crescita e la formazione perché è in grado di generare uno spazio finzionale dove esperire una profonda esposizione del sé. Esporsi durante il processo creativo in uno spazio rituale e protetto, permette di entrare in profondo dialogo con se stessi e gli altri ed affinare nell’atto creativo le proprie qualità.
La prima edizione, ospitata da Fabbrica europa nel 2013, ha messo in luce l’importanza di questa correlazione e la necessità di continuarne pratica e studio.
La progettualità si è ampliata e durante ogni edizione è stata presa a pre/testo una parola considerata ponte tra pedagogia e arte della scena: trasmissione nel 2017, percezione nel 2018, rito e comunità 2019.
Atletica del cuore, distanza
L’edizione 2020 mette al centro della riflessione e della pratica la distanza e ciò che porta a costruire un possibile codice dell’assenza sul piano relazionale, artistico e pedagogico.
L’arte e la pedagogia nuovamente condividono questa dimensione: discipline con una storia fortemente teorica, vivono ed esistono nell’esatto momento in cui si praticano.
Il nome del percorso di formazione è una citazione dal teatro e il suo doppio di Artaud: l’immagine che lui lega all’attore come un atleta del cuore è la prima somiglianza tra questi mondi: gli artisti e i formatori hanno necessità per mestiere di essere degli atleti del cuore.
PROGRAMMA
OTTOBRE > DICEMBRE
PRATICHE/LABORATORI
Atletica del cuore è un percorso formativo che comprende incontri di laboratorio, una pratica artistica e un convegno, con relatori della materia e presentazioni di progetti attivi sulla tematica trattata dal convegno. La pratica dell’arte è una forma diretta di approfondimento e studio di tematiche complesse.
I percorsi sono progettati per mettere in luce le analogie tra il processo artistico e quello pedagogico, a prescindere dalle discipline utilizzate.
I laboratori sono strutturati partendo dal macrotema (arte e pedagogia) passano dalla parola ponte dell’edizione in cui si svolgono (distanza).
Modalità di partecipazione:
il percorso è aperto ad un massimo di 13 partecipanti
È richiesta conferma della presenza per tutti e 7 gli incontri e breve bio o lettera motivazionale.
Per partecipare non è richiesta nessuno esperienza pregressa nell’ambito artistico.
Per iscrizioni formazione@fosca.eu le iscrizioni avranno termine il 15 ottobre 2020
Attività in programma:
Distanza
Sulla nozione di spazio tra assenza e condivisione
A cura di Marta Bellu, Katiuscia Favilli, Cesare Torricelli e Davide Woods.
Nell’attuale gioco di distanze forzate, di sospensioni e apnee s’impone la necessità di esplorare nuove prospettive per considerare lo spazio. Oltre ad essere luogo, porzione di superficie o proiezione virtuale, lo spazio è lì dove accade il contatto e la condivisione. É il presupposto formale e concreto per pensare a noi stessi con l’altro.
Nella distanza dai luoghi della scena, dell’insegnamento e della presenza, costretti nei ritagli della quadratura dello schermo, abbiamo trovato forme di spazio difficili da pensare e abitare. Può questa bidimensionalità imposta, oltre che limite, diventare opportunità per inventare traiettorie che non siano schiacciate della riduzione e dalla mancanza ma un nuovo confine da investigare e tratteggiare?
Quali questioni relazionali e concrete ha evidenziato questa distanza?
La distanza che oggi ci troviamo a vivere nello spazio condiviso necessita una riflessione. Non è un elemento che può essere trasformato solo da una serie di regole, per quanto ludiche e creative.
Lo sforzo è quello per riconquistare uno spazio interno e condiviso dove possano rinascere gli atti formativi e performativi che rendono le arti della scena uno strumento possibile per ripensare la scuola e gli altri spazi della presenza e della condivisione.
Il percorso formativo gratuito, costruito in 7 incontri, finalizzato all’esplorazione delle forme possibili di spazio e distanza attraverso il teatro, la danza, e la musica; ha l’obiettivo di costruire insieme dei possibili spunti operativi da riportare nelle classi e nei propri gruppi educativi, oltre a dare la possibilità ai partecipanti di sviluppare e testare un proprio progetto/idea prendendo ispirazione da alcune pratiche proposte durante il laboratorio che trattano argomenti centrali per la situazione attuale. Usare il tempo per ricostruire insieme uno spazio di azione condivisa e plausibile che non delighi solo alla forma e alla norma l’elaborazione di ciò che è accaduto – la grande cesura dello scorso anno scolastico – né la nuova situazione.
Il percorso prevede la presenza costante di un operatore che terrà il filo rosso degli incontri e degli approfondimenti/spunti operativi/pratiche nell’ambito della musica e della danza contemporanea portati da altri operatori della nostra equipe.
Quest’anno più che mai sarà un vero laboratorio dove la contaminazione di azione e pensiero saranno fondamentale: il punto di partenza è che la situazione è nuova per tutte e tutti e per questo diventa necessario mettersi in gioco per trovare un pensiero critico e delle forme possibili di azioni e narrazione: in tutti gli ambienti educativi è stato difficile affrontare un’interruzione brusca come quella dell’anno passato e un rientro così complicato e normato come l’attuale.
Atletica del cuore vuole dare spazio e respiro a tutto questo.
Quando:
il laboratorio si svilupperà su 7 lunedì dalle 17.00 alle 19.00
Date degli incontri: 19 ottobre, 26 ottobre, 02 novembre, 09 novembre, 23 novembre, 30 novembre, 14 dicembre 2020
Bio Operatori (Leggi tutto) ↓
Marta Bellu Danzatrice e psicologa si forma alla Scuola del Balletto di Toscana e approfondisce lo studio della danza contemporanea con diversi maestri e percorsi trasversali. Si è dedicata infatti allo studio di teatro, voce e teatro fisico in un percorso di Formazione Professionale in Coreografia Interdiscliplinare, ha frequentato la scuola di Teatro Sociale e Performing Arts e un percorso per Junior Coaches in Performing Arts and Media. Dal 2013 si occupa di progetti di corpo, espressione e ricerca in ambito sociale in particolare con la disabilità intellettiva collaborando per diversi anni con L’Associazione Trisomia21, Il Vivaio del Malcantone con cui dal 2014 porta avanti un lavoro di ricerca sul movimento con un gruppo di ragazzi con Sindrome di Down in un gruppo integrato e recentemente con Autismo Svizzera Italiana. Dal 2015 si occupa di formazione nelle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie attraverso progetti espressivi e finalizzati all’integrazione con l’Associazione Fosca. Dal 2012 collabora con Cristina Rizzo nel progetto LaDiscoteca, un laboratorio permanente di ricerca sul movimento per adulti. Nel 2014 comincia ad interessarsi alla ricerca coreografica, ricevendo per “How to do Things with Words” il sostegno a una nuova produzione 2014 da ADAC Association of Dance and Contemporary Arts in Tuscany. Nel 2016 collabora con la coreografa svizzera Yasmine Hugonnet. Attualmente lavora come danzatrice con Cristina Rizzo e con il Gruppo Nanou e porta avanti una ricerca coreografica che indaga la relazione tra pratiche corporee e contemplative, suono e linguaggio all’interno del progetto Where else?. E’ artista sostenuta dal Centro nazionale di Produzione della Danza Scenario Pubblico/CZD per il 2018-2020 all’interno del progetto FIC. Attualmente frequenta il Master in Neuroscienze e Pratiche Contemplative dell’Università di Pisa.
Katiuscia Favilli
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Cesare Torricelli Si laurea in Pedagogia dove approfondisce i rapporti tra il teatro di ricerca e la formazione. Continua i suoi studi come pedagogista corporeo con orientamento bioenergetico e si qualifica come esperto in metodologie autobiografiche. Attraverso percorsi intensivi, workshop e seminari con vari maestri della scena indaga in un’area che spazia dal teatro, alla danza contemporanea fino a concentrarsi negli ultimi anni in special modo sullo studio della vocalità. Sono molteplici gli spettacoli e le produzioni a cui partecipa in qualità di trainer, regista e co-autore nell’ambito dei percorsi formativi della scuola comunale di teatro Artimbanco di Cecina (LI), dell’Associazione culturale Fosca e della sua attività di libero professionista. Si specializza in percorsi di teatro sociale realizzando laboratori e spettacoli con persone diversamente abili, minori migranti e pazienti psichiatrici. La sua ricerca è orientata verso la sperimentazione e la riflessione su alcuni dei principi fondamentali che riguardano la presenza scenica e il gesto fisico e vocale e sulla analisi e individuazione di alcuni degli interrogativi nodali presenti nella pratica della scena. La sua tecnica di lavoro si sviluppa prendendo spunto dai principi ispiratori di varie discipline: dallo yoga alla danza contemporanea, dalla bioenergetica al canto. Nel 2011 è tra i fondatori del Vivaio del Malcantone_centro di ricerca e pratica culturale. E’ codirettore della scuola di teatroterapia dell’Istituto Taliatitù e del Vivaio del Malcantone.
Davide Woods (MA MT) è musicista e musicoterapeuta. In seguito alla laurea in linguistica e studi di musica si è laureato con lode in musicoterapia alla UWE. Dal 2006 lavora nell’ambito della salute mentale presso i Centri di Salute Mentale di Firenze; in ambito oncologico presso il CE.Ri.On e all’hospice delle Oblate (Associazione La Finestra) e in libera professione con bambini e adulti (autismo e disturbi dello sviluppo). Ha lavorato in strutture residenziali, in centri diurni e in carcere, sperimentando diverse tecniche di musicoterapia e adattandole ai vari contesti. Presso il Centro Studi Musica ed Arte è coordinatore della ludoteca musicale www.musicarte.it e docente del corso di musicoterapia di Firenze www.musicoterapiadinamica.it. Svolge attività di formazione in corsi, seminari e workshop di musicoterapia in Italia e all’estero e collabora con il progetto Music and Resilience Support nella formazione di musicisti in sostegno alle popolazioni migranti www.musicandresilience.org . Nel proprio lavoro integra un approccio di orientamento psicodinamico alla pratica incentrata sull’improvvisazione musicale. È iscritto e probiviro della A.I.M. (Associazione Italiana professionisti della Musicoterapia).
SABATO 19 DICEMBRE alle 18.30
PRATICHE/LETTURA PUBBLICA
Corrente alternata
scritto e letto da Elisa Biagini, regia Cristina Abati
Aperto anche a chi non partecipa ai percorsi di formazione.
Al tavolo da ore: c’è come un vibrare di piatti all’altezza
del polso, la manica è una tenda per il sangue.
Fuori, il colore è di inverno sguinzagliato. Ritorni, tra
nuvola e suolo.
Ghiaccio e fuoco si avvicinano, complementari, per dar vita a una corrente alternata di immagini e pensieri. La voce del poeta, si fa carne e allo stesso tempo risuona come fumoso ghiaccio, diventa la sua stessa ombra, che racconta seduta a un tavolo di quel ricordo polveroso che ha dato amore e vita. “Mi spiani le rughe alla fronte” “Ci sono parole rimaste nel fuoco..ghiaccio la distanza tra la mia memoria e il tuo respiro” sono alcune delle parole che emergeranno tra le crepe di una partitura sonora fatta di parole, echi della voce, suoni naturali e meccanici.
Bio Artisti (Leggi tutto) ↓
Elisa Biagini, ha pubblicato otto raccolte poetiche fra cui L’Ospite (Einaudi, 2004), Fiato. parole per musica (Edizionidif, 2006), Nel Bosco, (Einaudi, 2007), The guest in the wood (Chelsea editions, 2013 – 2014 Best Translated Book Award), Da una crepa (Einaudi 2014; negli USA: Xenos books 2017; in Francia: Cadastre8zero 2018- Prix NUNC 2018) e Filamenti (Einaudi, 2020). Sue poesie sono tradotte in più di quindici lingue e ha partecipato ad importanti festival italiani e internazionali.
www.elisabiagini.it
Cristina Abati, musicista, performer, attrice, poetessa. All’età di undici anni si avvicina alla musica, iniziando a suonare la viola; trascorre la sua adolescenza frequentando l’Istituto d’Arte per poi scoprire, nel 1993, il mondo del teatro. Dopo un primo periodo di laboratori, stage ed esperienze di lavoro con vari registi e maestri, sceglie una strada autonoma di sperimentazione, fondando nel 1998, con altri attori la compagnia Gogmagog, della quale è tutt’ora coodirettrice artistica. Gogmagog è un gruppo di ricerca e sperimentazione teatrale formato da un nucleo centrale di tre attori-autori (Cristina Abati, Carlo Salvador, Tommaso Taddei), accoglie spesso collaborazioni esterne, per progetti specifici. Ha coprodotto spettacoli con varie realtà nazionali e internazionali e collaborato con singoli artisti: Katzenmacher, The Playground, Bobo Rondelli, Simone Cristicchi, Graziano Staino, Luca Scarlini, Egumteatro, Virginio Liberti, Fosca. Dal 1996 studia danza contemporanea con Cristina Rizzo, Bianca Papafava, Piero Leccese, Charlotte Zerbey, Alessandro Certini. Nel 2001 si laurea al DAMS di Bologna, in drammaturgia con il prof. Giuliano Scabia. Dal 2002 intraprende un proprio percorso di ricerca autonoma che riguarda la scrittura originale e il rapporto fra musica e poesia sulla scena: nella primavera del 2002, porta in scena “Della Mia Santa Miseria”, spettacolo che indaga il rapporto fra poesia e musica nel luogo del teatro, con il pianista e compositore Andrea Allulli. Nel dicembre dello stesso anno, pubblica il libro “Della Mia Santa Miseria”, dal testo omonimo dello spettacolo, per la casa editrice City Lights Firenze. Nella primavera del 2003, debutta il nuovo lavoro “L’alba e la notte-partitura”, che continua l’indagine sull’intreccio fra poesia, musica e teatro. Nel 2005, dopo l’incontro con il musicista Massimo Fantoni, nasce lo spettacolo “Mangiare la luna”, e nel maggio 2007 pubblica per la casa editrice Zona, il libro+cd con le poesie e musiche dello spettacolo. Dal 2004 si dedica alla pratica musicale dell’improvvisazione, seguendo laboratori-concerti con Scott Rosenberg, Eugenio Sanna, Edoardo Ricci, Jacopo Andreini, Jason Ajemian, Nicolas Collins,Tristan Honsinger e suonando con varie formazioni musicali. Dal 2005 è parte stabile dell’ensemble “Laboratorio Aperto Fatti Sonori” del compositore contemporaneo Dario Buccino, e sempre dallo stesso anno ha intrapreso un percorso di ricerca sulla voce con la cantante Tomasella Calvisi, che per la per 5 anni la formerà intorno alla ricerca della voce come materia. Approfondisce lo studio della voce, con la cantante Francesca Della Monica, seguendo suoi seminari sulla voce nella dimensione gestuale e performativa.performativa. Nel 2008 lavora come musicista e attrice per lo spettacolo “Le avventure di Pinocchio” della compagnia Mannini Dall’Orto, per un tour in Cina. Dal 2006 collabora come performer e musicista con il gruppo Fosca, e dal 2017 fa parte del CDA dell’Associazione. Ha curato negli ultimi anni, la ripresa dei lavori di Caterina Poggesi, “Tenue-radiodramma tattile”, “Solo piano con donna”, “Rattingan Glumphoboo-tirlogia”. Per Fosca si occupa del settore performativo e di produzione artistica dell’associazione. Dal 2012 fa parte del progetto Blutwurst, un collettivo di musicisti attivi nell’ambito dell’improvvisazione radicale e della musica classica contemporanea, Nel 2015 con Blutwurst ha partecipato al progetto di residenze “IN_Tempo Reale” e ha realizzato la colonna sonora del documentario Negotiating Amnesia di Alessandra Ferrini, co-prodotto dal Festival dei Popoli e dalle Murate-Centro per l’Arte Contemporanea. Nel 2016 pubblica il disco Tenebrae per la Tempo Reale Collection e il vinile Yoğurt per l’etichetta inglese Negative Days presentato a Cafe OTO, Londra, lo scorso dicembre. Nel 2012 collabora con il poeta Carlo Cuppini e la danzatrice Ramona Caia, per il progetto Militanza del fiore. Lavora con il drammaturgo e poeta Giuliano Scabia, nello spettacolo “Canti del guardare lontano con bambino d’oro”, che debutta ad Aprile al Teatro Bolognini di Pistoia. Dal 2014 inizia una collaborazione stabile con il gruppo di ricerca coreografica CANI, per varie performance sul territorio toscano. Dal 2013 inizia una collaborazione stabile con il danzatore Enrico L’Abbate su diversi progetti (Cont, Duo, Bowo), presentando spettacoli al Guggenheim Museum di Bilbao, a gli Ufer Studios di Berlino, a Oporto, oltre che in Italia. Nel 2014 lavora al progetto “Non ci sono parole”, un’ opera solista che la vede come come compositrice e interprete alla viola, violoncello e voce.Nel 2016 lavoro come danzatrice e musicista per lo spettacolo “Jack and the beck” diretto da Paolo Mereu e Angela Burico, presentato al Teatro Cantiere Florida con il sostegno di Versilia Danza. Dal 2016 collabora con la compagnia di danza Adarte e la coreografa Francesca Lettieri, per progetti fra l’Italia e Berlino. Dal 2014 fa parte stabile del laboratorio di ricerca sul movimento La Discoteca, condotto da Cristina Kristal Rizzo, presentando una pratica di lavoro condivisa con il musicista Enrico Malatesta per Fosca in Tepidario nel settembre 2017. Nel 2016 lavora a un progetto indipendente performativo Non Solo,nato in dialogo con Enrico L’Abbate e con il contributo di Caterina Poggesi, presentato a Il Vivaio del Malcantone di Firenze, e nel 2017 al Tatwerk Performative Forschung di Berlino.
SABATO 19 DICEMBRE dalle 15.00 alle 18.00
TEORIA / CONVEGNO
Convegno/live performance
Relatori e Interventi
Ermanna Montanari e Marco Martinelli, “Farsi Luogo”, Teatro delle Albe, Ravenna.
Anna Gesualdi e Giovanni Trono, “Lo spazio della differenza”, Teatringestazione, Napoli.
Anna Lisa Pecoriello, “Scuole aperte, la crisi come opportunità”, urbanista e ricercatrice, Firenze.
Gilberto Scaramuzzo, docente di pedagogia dell’espressione facolta di Roma 3, Roma.
Link convegno/live performance sabato 19 dicembre ore 15.00 https://atleticadelcuore.fangoradio.com/
Bio - (Leggi tutto) ↓
Ermanna Montanari, nel 1977 sposa Marco Martinelli e insieme cominciano il proprio apprendistato teatrale a Ravenna, lavorando fino al 1983 in diversi gruppi.
Nell’83, insieme a Martinelli, Luigi Dadina e Marcella Nonni, fonda il Teatro delle Albe e lavora nella compagnia come autrice, attrice e scenografa, contribuendo all’originale percorso del gruppo che unisce ricerca e tradizione, nell’invenzione di un linguaggio scenico contemporaneo ponendo l’accento su un originale percorso vocale. Da allora il Teatro delle Albe si è affermato come una delle più importanti realtà sul piano nazionale e internazionale. In qualità di attrice e scenografa partecipa agli spettacoli della compagnia, da lei ideati e realizzati insieme a Marco Martinelli, drammaturgo e regista, partecipando a importanti festival nazionali e internazionali.
Nel 1986 è autrice e unica interprete di Confine, spettacolo ispirato ai racconti di Marco Belpoliti, e selezionato per la finale del Premio “Opera Prima di Narni”, diretto da Giuseppe Bartolucci. In questa occasione riceve dalla giuria una segnalazione particolare “per la rilevanza del suo lavoro di autrice-attrice”.
Nel 1991, il Teatro delle Albe fonda Ravenna Teatro, “Teatro Stabile di Innovazione”, per il quale dal 1991 al 1995 la Montanari cura la direzione artistica del progetto Il linguaggio della dea.
Contemporaneamente continua la sua duplice attività scenica: da una parte, attrice e scenografa nei lavori scritti e diretti da Marco Martinelli, dall’altra autrice, regista e interprete di spettacoli come Rosvita (1991), Cenci (1993) da Artaud e Shelley, Ippolito (1995) da Euripide e Marina Cvetaeva, e Lus, (1995), “canto in dialetto romagnolo” di Nevio Spadoni. Per l’interpretazione di quest’ultimo lavoro, riceve la nomination nell’edizione ’97 del Premio Ubu.
Nel 1998 crea insieme a Martinelli I Polacchi, “dall’irriducibile Ubu di Alfred Jarry”, per il quale firma scene e costumi insieme a Cosetta Gardini, oltre a interpretare il ruolo di Madre Ubu. Per questa interpretazione nel 2003 riceve dalla giuria del Festival Internazionale “Mess” di Sarajevo il Golden Laurel quale “miglior attrice”. Lo spettacolo, nelle sue reinvenzioni e trasformazioni, ha girato il mondo intero, dagli Stati Uniti al Senegal, dalla Serbia all’Iran, e poi ancora in Belgio, Portogallo, Svezia, Francia, Germania, Svizzera, Polonia, Bosnia Erzegovina.
Nel 2000 ha dato vita alla figura di Alcina -la maga dell’Orlando furioso- ne L’isola di Alcina di Nevio Spadoni, musica di Luigi Ceccarelli, prodotto dalla Biennale di Venezia e da Ravenna Festival, raccogliendo i consensi entusiastici della critica teatrale e di intellettuali di portata internazionale come Susan Sontag. Nello stesso anno Ermanna Montanari vince il Premio Ubu come “migliore attrice italiana”, mentre in occasione del Mittelfest 2001 le viene conferito il Premio Adelaide Ristori. Lo spettacolo rinasce a nuova vita nel 2009, trasformato in performance vocale con il titolo di Ouverture Alcina, e con tale forma approda a importanti festival internazionali a New York, Mosca, Tunisi, Wroclaw, Limoges, Berlino.
Nel febbraio 2005 è protagonista dello spettacolo La mano, de profundis rock, tratto dal romanzo omonimo di Luca Doninelli, con la regia di Martinelli, coprodotto da le manège.mons-Centre Dramatique insieme a Ravenna Festival e al Festival delle Colline Torinesi.
Nel 2005 Ermanna Montanari, insieme a Martinelli e Mandiaye N’Diaye, lavora a Chicago per cinque settimane con un intenso programma di spettacoli e laboratori. Cuore del progetto, l’allestimento di una nuova versione de I Polacchi con un gruppo di studenti africani della Senn High School, che debutta al Museum of Contemporary Art di Chicago con il titolo Mighty mighty Ubu.
Nel 2006 riceve il Premio Lo Straniero dedicato “alla memoria di Carmelo Bene”. A parere della giuria Ermanna Montanari “grande interprete di L’isola di Alcina e La mano, sperimentatrice delle possibilità e del potere della voce umana, è a suo modo la migliore continuatrice di una ricerca di cui Carmelo è stato iniziatore e maestro. Ermanna Montanari è la più spericolata e formidabile attrice del teatro italiano contemporaneo, ma al contempo è membro di un gruppo di cui segue il destino con ammirevoli costanza e modestia; agli spettacoli più “suoi” come i citati, ha aggiunto la partecipazione a quelli del gruppo con altre memorabili interpretazioni, dalla Mère Ubu di I Polacchi alla Titania del Sogno di una notte di mezza estate”.
Nel novembre 2006 debutta con Sterminio di Werner Schwab all’interno del quale riveste il ruolo della Signora Cazzafuoco. Per questa interpretazione vince nuovamente il Premio Ubu 2007 come “miglior attrice italiana”.
Nel gennaio 2007 lavora in Senegal a una nuova “messa in vita” de I Polacchi. Lo spettacolo Ubu buur debutta nel villaggio di Diol Kadd, con un coro di adolescenti senegalesi, e viene presentato in prima europea al Festival des Francophonies en Limousin (Francia), che lo ha anche coprodotto, e in prima nazionale al Teatro Festival Italia di Napoli, e a VIE Scena Contemporanea Festival di Modena, nell’autunno 2007.
Nel giugno 2008 debutta Rosvita, lettura-concerto in cui Ermanna Montanari torna, dopo diciassette anni, ad affrontare l’opera della monaca-drammaturga sassone del X secolo nel doppio ruolo di interprete e autrice del testo. Per questo lavoro riceve per la terza volta il Premio Ubu come “miglior attrice italiana”: i critici hanno sottolineato l’eccezionale performance vocale dell’ attrice-autrice, che per le sue straordinarie qualità si pone con continuità ai vertici del teatro italiano.
Nel 2010 il Teatro delle Albe, con l’ideazione di Martinelli e Montanari, porta a compimento il suo affondo nell’opera di Molière, articolandolo in due differenti lavori. detto Molière di Marco Martinelli, debutta a Mons, portando sulle scene un “coro” di quaranta attori e musicisti, insieme a un gruppo di adolescenti delle periferie della Francia e del Belgio. L’Avaro di Molière, nella traduzione di Cesare Garboli, vede impegnata l’intera compagnia attorno a un Arpagone, fantasma-burattino del potere, impugnato come un’arma da Ermanna Montanari.
Nel 2011 ha firmato la direzione artistica del Festival internazionale di Santarcangelo (edizione 41), all’interno di un triennio di lavoro 2009-2011 condiviso con Chiara Guidi-Societas Raffaello Sanzio e Enrico Casagrande-Motus.
Nell’ottobre 2012 debutta in scena con Chiara Guidi (Societas Raffaello Sanzio) con Poco lontano da qui, insieme firmano drammaturgia e regia.
Nel novembre dello stesso anno cura con Marco Martinelli l’ideazione di PANTANI, testo e regia dello stesso Martinelli, interpretando il ruolo di Tonina, la madre di Marco Pantani.
È del novembre 2012 l’uscita del volume: Ermanna Montanari fare-disfare-rifare nel Teatro delle Albe di Laura Mariani per Titivillus edizioni.
A maggio 2013 Ermanna Montanari crea La camera da ricevere nell’ambito del progetto “Dimore delle voci-Laboratorio di Drammaturgia sonora, IV edizione”, a cura di Valentina Valentini, promosso da Rai Radio 3, Centro Teatro Ateneo e La Sapienza Università di Roma. Un racconto dalla “stanza dei travestimenti” con alcune figure ritagliate dal suo repertorio: Fatima asina parlante, Bêlda veggente romagnola, Rosvita dalla squillante voce, Medar Ubu che squittisce le sue invettive, l’istupidimento di Alcina, le profezie di Daura, l’afasia di Arpagone e la sete di giustizia Tonina Pantani.
Sempre nel 2013 porta in scena A te come te di Giovanni Testori: una “lettura scenica” degli scritti giornalistici di Testori scegliendo tre articoli legati da un filo preciso: la violenza sulle donne, scritti tra il ’79 e l’80 sulla terza pagina del Corriere della sera.
Nel 2013 vince il Premio Duse, l’unico premio italiano riservato all’attrice di teatro che si è distinta particolarmente nel corso della stagione di prosa in uno o più spettacoli in Italia o all’estero, per la sua interpretazione in PANTANI.
Nel 2014 debutta Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi, ideazione Ermanna Montanari e Marco Martinelli (autore del testo e regista dello spettacolo), in cui Montanari interpreta il ruolo della leader birmana, premio Nobel per la pace nel 1991.
Tra i suoi ultimi progetti di teatro-in-musica, ricordiamo LUṢ (2015), concerto spettacolo di Ermanna Montanari, Luigi Ceccarelli, Daniele Roccato, regia di Marco Martinelli, produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione con il Teatro delle Albe; e Maryam (2017), testo di Luca Doninelli, musica di Luigi Ceccarelli, spettacolo dalla forte natura performatica che la vede sola in scena, e di cui firma la regia insieme a Martinelli.
Nel 2017 insieme a Marco Martinelli firma l’ideazione, la direzione artistica e la regia di INFERNO Chiamata pubblica per la “Divina Commedia” di Dante Alighieri (prima anta del progetto LA DIVINA COMMEDIA 2017-2021) prodotto da Ravenna Festival in coproduzione con Teatro delle Albe/Ravenna Teatro. A Martinelli e Montanari viene assegnato il Premio Ubu 2017 al “miglior progetto curatoriale” per INFERNO. La seconda anta del progetto, PURGATORIO, vede nel 2019 un doppio debutto a Matera, in occasione di Matera Capitale Europea della Cultura 2019, e a Ravenna, nell’ambito di Ravenna Festival.
Nel 2018 è in scena, insieme a Simone Marzocchi alla tromba, in fedeli d’Amore, polittico in sette quadri per Dante Alighieri, testo di Martinelli, musica di Luigi Ceccarelli, di cui firma la regia insieme a Marco Martinelli.
Sempre nel 2018 mette in scena -insieme a Marco Martinelli- Va pensiero, affresco corale capace di far luce sulla corruzione mafiosa in Emilia Romagna, in cui interpreta l’intensa figura della “zarina”.
Per le sue interpretazioni in Va pensiero e fedeli d’Amore le viene assegnato il Premio Ubu 2018 come “miglior attrice”.
Nell’autunno 2019 firma con Marco Martinelli il soggetto di The sky over Kibera, presentato al Filmmaker Festival di Milano, che racconta la “messa in vita” della Divina Commedia nell’immenso slum nel cuore di Nairobi con 150 bambini e adolescenti delle scuole locali in relazione alla Fondazione AVSI.
Ha partecipato ai seguenti film: Lacrymae di Maria Martinelli (1999), Il mnemonista di Paolo Rosa (2000), L’ultimo terrestre di Gianni Pacinotti (2011).
Nel 2017 è protagonista nel film di Marco Martinelli Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi, di cui firma il soggetto insieme a Martinelli.
Marco Martinelli, drammaturgo e regista, è fondatore del Teatro delle Albe (1983) insieme a Ermanna Montanari con la quale condivide la direzione artistica. Tra i numerosi riconoscimenti: sette Premi Ubu, “come regista, drammaturgo e pedagogo”, Premio Hystrio, Golden Laurel-Mess festival di Sarajevo, Premio alla carriera Journées théâtrales de Carthage, premio culturale 2018 Vereinigung Deutsch-Italianischer Kultur Gesellschafte.
I suoi testi sono pubblicati e messi in scena in Italia, Francia (progetti Face à Face e Fabulamundi), Belgio, Germania, Romania, Slovacchia, Cile, Brasile, Senegal e Stati Uniti. Alla sua attività drammaturgica è dedicata la monografia di di Maria Dolores Pesce Marco Martinelli Un Drammaturgo Corsaro, edito nel 2018 da Editoria e Spettacolo.
Nel 2018 il suo Farsi luogo è stato pubblicato in francese per le edizioni Alternatives théâtrales, con la prefazione di Marco Consolini-Université de la Sorbonne Nouvelle Paris, traduzione di Laurence Van Goethem, nel 2019 sarà pubblicato in tedesco per le edizioni Alexander Verlag Berlin, con la traduzione di Peter Kammerer.
Martinelli e Montanari firmano insieme ideazione e regia de La Divina Commedia 2017-2021, prodotta da Ravenna Festival, insieme alle capitali europee della cultura Matera-Basilicata 2019 e Timisoara 2021. Raccogliendo la sfida di trasformare in teatro il capolavoro della lingua italiana, i due registi hanno pensato a un corto circuito tra la sacra rappresentazione medievale e il teatro di massa di Majakovskij: la città è un palcoscenico, i cittadini sono chiamati a ‘farsi luogo’.
Nel 2017 Ponte alle Grazie pubblica Nel nome di Dante, diventare grandi con la Divina Commedia.
Martinelli ha debuttato al cinema con il film Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi (2017) -soggetto cofirmato con Montanari che ne è anche protagonista- presentato in anteprima al Biografilm Festival, in altri festival in Italia, all’estero e in sala con una distribuzione indipendente. Nell’autunno 2019 uscirà il suo nuovo film, The sky over Kibera, che racconta la “messa in vita” della Divina Commedia nell’immenso slum nel cuore di Nairobi con 150 bambini e adolescenti delle scuole locali in relazione alla Fondazione AVSI.
Marco Martinelli e Ermanna Montanari hanno dato vita nel 1991 a Ravenna Teatro, centro di ricerca scenica che intreccia una necessità etica di radicamento nella polis a una vocazione internazionale.
Martinelli è fondatore della non-scuola, pratica teatral-pedagogica con gli adolescenti, diventata punto di riferimento da Ravenna a Napoli a Dakar, da Mons a New York, raccontata nel volume Aristofane a Scampia, Ponte alle Grazie editore, ora in corso di pubblicazione in Francia per Actes Sud.
Anna Gesualdi e Giovanni Trono, direttori artistici di Teatringestazione.
TeatrInGestAzione è una compagnia indipendente di ricerca-azione teatrale, dal 2006 di base a Napoli, fondata e diretta da Gesualdi | Trono. Si occupano di produzione, educazione, progettazione e curatela in ambito artistico e in contesti socialmente svantaggiati, con una particolare attenzione ai processi condivisi. Creano opere e dispositivi a carattere ibrido incrociando diverse discipline e ambiti di ricerca, a cui si lega sempre una componente teorica. Perseguono un’estetica basata sul rigore della presenza, la sobrietà degli elementi e l’uso essenziale dello spazio. La loro opera muove dall’esigenza di svincolare l’atto performativo dal contesto spettacolare, e di qualificare la scena come sede di una socialità sperimentale. Lavorano in contesti nazionali e internazionali, indipendenti e istituzionali, tra questi sono stati ospiti di: ConTempo 19, Kaunas (LTU); Matera-Basilicata 2019 ECoC; Valletta 2018 ECoC (MLT); International Culture Summit, Edinburgh (GB-SCT); DMZ Research Lab and Open Forum, Seul (KOR); Dance Interfaces, Tenerife (ES); CAMP_iN, San Luis Potosì (MEX); Institut für Theater Film und Medienwissenschaft – Goethe Universität, Frankfurt am Main (DE); About a City, Fondazione Feltrinelli – Milano; La Soffitta – DAMS, Bologna; CRT – Triennale Teatro dell’Arte, Milano; Play K(ey) – Zona K, Milano; APACHE – Teatro Litta, Milano; Italian Performance Platform – Ipercorpo Festival, Forlì; Trasparenze Festival – Modena; Testimonianze Ricerca Azioni – Teatro Akropolis, Genova; Napoli Teatro Festival – Napoli. In ambito sociale, dal 2006 al 2014 hanno condotto l’attività teatrale nel Manicomio Giudiziario di Aversa. Dal 2015 ad oggi conducono l’attività teatrale presso il carcere di Poggioreale a Napoli. Nel 2010 sono tra i soci fondatori del Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere. Dal 2015 al 2017 sono tra i registi guida del progetto di teatro-educazione Arrevuoto – Teatro Nazionale di Napoli. In qualità di curatori, tra i vari, nel 2011 inaugurano Altofest (altofest.net), premiato con l’EFFE AWARD 2017 – 18, tra i sei migliori festival d’Europa. Dal 2011 al 2013, curano presso il PAN Palazzo delle Arti di Napoli, tre edizioni del progetto Altofragile, Corpi Esposti all’Opera – spazio di condivisione del momento genetico della creazione (altofragile.eu). Nel 2019 e 2020 sono tra i co-curatori di due edizioni di START StreetART conference (www.startconf.org). Tra le pubblicazioni che raccontano l’esperienza di TeatrInGestAzione ci sono svariate tesi di laurea e progetti editoriali tra cui “Displace Altofest” a cura di Loretta Mesiti e Silvia Mei, ed. Valletta 2018; “Culture Teatrali 2015” a cura di Silvia Mei, ed. La casa Usher; “Testimonianze Ricerca Azioni” ed. Akropolis Libri 2014; “Il tempo a Napoli” di Piermario Vescovo, Ed. Marsilio 2011; “Recito, dunque so(g)no” di Pozzi e Minoia, Edizioni Nuove Catarsi, 2009; incontri notevoli di un libraio militante, a cura di Davide D’Urso, Ed. Valtrend, 2011; Annual Young Blood, 2011, ed. FM con il sostegno del Ministero della Gioventù, annuario dei talenti italiani che hanno ottenuto riconoscimenti nel campo della creatività e della ricerca; il documentario “Caini d’Aversa” di Palamara&Nicois; il docu-film di Giuseppe Valentino “On the dust island”.
Tra i premi e riconoscimenti, nel 2011 vincono il DE.MO./ Movin’UP a supporto della circuitazione dei talenti italiani emergenti nel mondo (GAI e MiBACT). Nel 2016 il Funder 35 dedicato alle giovani imprese culturali. Nel 2017 il SIAE – Sillumina, copia privata per i giovani per la cultura. Nel 2017 l’EFFE Award.
Anna Lisa Pecoriello, architetta, socia fondatrice dell’associazione La città bambina e dello spin-off dell’Università di Firenze Mhc-Progetto territorio. Si occupa come attività professionale e di ricerca di processi partecipativi, di autorganizzazione e del rapporto tra bambini e città.
Gilberto Scaramuzzo, è direttore del Master in “Pedagogia dell’Espressione – Teatro Danza Musica Arte Sport: Educazione” del Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università Roma Tre. Ha insegnato nelle università di Cambridge e di Valencia. È membro della Philosophy of Education Society of Great Britain. Per approfondimenti sulla sua ricerca e sulle sue pubblicazioni:
uniroma3.academia.edu/GilbertoScaramuzzo,
www.masterpedagogiadellespressione.org,
host.uniroma3.it/laboratori/mimesislab/
Stephan Zimmerli is an architect, musician, scenographer and visual artist. Constantly crossing disciplinary boundaries, his work focuses on the interplay between these realms, with an emphasis on the themes of temporality, memory and reminiscence, atmosphere, and the craft of the thinking hand. Everyday drawing, with pencil, charcoal or ink, is at the center of this practice.
After finishing his degree project in Peter Zumthor’s Atelier at the Accademia di Architettura di Mendrisio (CH) in 2003, and graduating from the school of Paris-Belleville, Stephan Zimmerli started working as an architect, mainly on cultural & public programs (libraries, museums, hospitals, artist’s studios and theatres), while teaching courses & workshops in several architecture schools across Europe (UEL London, ENSAPB Paris, EAB Rennes, University della Sapienza Roma, EPFL Lausanne…).
Since 1999, he’s also collaborated with scenographer, author and stage director Marc Lainé, within their Paris-based studio, La Boutique Obscure. Together they’ve designed about 40 projects in theaters across France & Switzerland.
In 1995, with fellow musicians Arthur Gillette, Thomas Puechavy & Charles Carmignac, he founded the folk-rock band Moriarty (FR/US), as a double-bass player & guitarist. Over the past ten years the band released 5 full-length albums, sold over 300’000 copies, played over 800 concerts around the world, and composed a number of musical scores for movies, theatre or radio plays. With the other members of the band, Stephan Zimmerli also co-founded the independent record label Air Rytmo, currently working as its graphic designer & art director.
ATLETICA DEL CUORE
PERCORSI GRATUITI DI FORMAZIONE SULLA RELAZIONE TRA ARTE DELLA SCENA E PEDAGOGIA
PER EDUCATORI, DOCENTI, FORMATORI, STUDENTI, OPERATORI E ARTISTI
un progetto di FOSCA con il contributo di Fondazione CR Firenze e il sostegno di Mus.E e Murate Art District, all’interno di Inverno Fiorentino
media partner Fango Radio, partner di comunicazione Neo-Studio
Info & Contatti: info@fosca.eu